Lanzarote e la cultura vinicola
Da sarda e produttrice di vino e avendo ereditato i vigneti di famiglia, sono sempre stata affascinata da questo settore, quindi informandomi su Lanzarote ho scoperto l’esistenza di questi affascinanti vigneti cosi completamente diversi dai nostri, e non vedevo l’ora di scoprirne le caratteristiche.
Nel centro dell’isola si trova uno dei passaggi più insoliti di Lanzarote: la Geria.
Conosciuta come la zona vinicola , questa parte fu completamente coperta di lava dopo l’eruzione di Timanfaya causando così la rovina dei suoi abitanti. Nonostante questo, i contadini, con arguzia e ingegno sono riusciti a trarre beneficio da questa catastrofe: qui vengono piantati alberi di fico, viti e altri frutti nei buchi creatisi con le colate di lava e da “fosse” scavate appositamente dai campesinos nella cenere vulcanica, certe volte anche a vari metri di profondità. Cosi facendo si raggiunge la terra che esisteva prima delle eruzioni vulcaniche e dopo aver messo le piantine, si ricopre la terra con le ceneri nere vulcaniche che creano una protezione e fanno in modo che l’acqua nel terreno non evapori durante il giorno. Le coltivazioni sono protette dal vento da muretti in pietra semicircolari costruiti appositamente.
Questa zona è diventata una delle rotte turistiche più importanti, ci si può fermare nelle varie bodegas per degustare i vini. Si può fare anche una visita per assistere al processo e alla spiegazione di come vengono fatti i vini.
Molto rinomata è la malvasia, dalla gradazione alta, che è la conferma di come la tenacia possa far raggiungere ottimi risultati nonostante le controversie.
Io ho assaggiato sia questa che il “moscatel”, un moscato che mi ha incuriosita molto perché anche in Sardegna facciamo il moscato e in dialetto di chiama “muscateddu”.
“No voy a renunciar a la lucha por nuestra supervivencia y por la conservacion de nuestro entorno.”
Cesar Manrique